Il Vescovo ospite al Caseificio Angelo Croce

TRA I LAVORATORI | IN DONO A OGNI DIPENDENTE DELL’AZIENDA, NATA NEL 1880 COMMERCIALIZZANDO POCO PIÙ DI DUE GORGONZOLA AL GIORNO, L’IMMAGINE DI SAN BASSIANO: «PATRONO DELLA NOSTRA DIOCESI CHE VA TRA LA GENTE»

Il vescovo ospite del caseificio Croce

La tappa nella storica realtà nel corso della visita pastorale alla parrocchia dei Santi Bartolomeo e Martino

di Sara Gambarini

Ha visitato ogni reparto stringendo quelle mani che con fatica, ogni giorno, da secoli, danno forma a un’eccellenza: il formaggio del caseificio Croce di Casale. La visita pastorale alla parrocchia dei Santi Bartolomeo e Martino di Casale ha portato il vescovo di Lodi monsignor Maurizio Malvestiti fra i lavoratori. E fra i lavoratori della storica azienda Angelo Croce di via Battisti che di recente è stata oggetto di un intervento di ammodernato e riqualificazione.
Antonio Croce dunque ha condotto il vescovo di Lodi attraverso gli uffici e i reparti dalla produzione dei formaggi, in particolare del noto e inconfondibile gorgonzola di Croce, illustrando la storia dell’attività di famiglia, dove attualmente lavorano 26 dipendenti.
«A ciascuno consegno un ricordo della visita pastorale – ha detto il vescovo Maurizio, accompagnato dal parroco dei Santi Bartolomeo e Martino don Pierluigi Leva e da don Giuseppe Spizzi -: l’immagine di San Bassiano, patrono della nostra diocesi, che va tra la gente».
Quindi il riferimento al valore più profondo del nome dell’azienda, “Croce”.
Antonio, Maria Luisa, Enrico ed Elena: questi invece nomi dei fratelli e delle sorelle che insieme alla “regina madre” Antonietta tuttora portano avanti l’azienda di famiglia nata in quel lontano 1880 commercializzando poco più di due gorgonzola al giorno, come ricordato da Antonietta, e che oggi vende formaggi in tutta Italia. Compreso il Vaticano. Al loro fianco, anche un altro fratello, Angelo, che con la sua azienda agricola garantisce il latte per realizzare formaggio di qualità. Una famiglia che ha accolto monsignor Malvestiti nella propria casa. Indossati tuta e “salva scarpe” dunque, il vescovo di Lodi si è lasciato guidare nella visita ai reparti, incontrando uno ad uno i lavoratori dell’azienda e la realtà che vivono ogni giorno. Da parte dei titolari infine, un omaggio al vescovo Maurizio: un cesto che sarà condiviso con i più poveri.
A tutti l’assicurazione del ricordo nella Santa Messa.