Lo storico Caseificio Croce trasloca, ma solo di pochi metri

L’APERTURA DEL NUOVO E PIÙ AMPIO PUNTO VENDITA È PREVISTA PER OGGI

Lo storico Caseificio Croce trasloca, ma solo di pochi metri

di An.Ba.

Lo zola di Croce cambia casa, ma solo di pochi metri: lo storico caseificio Angelo Croce sposta lo spaccio di via Battisti, ma solo di poche decine di metri, restando sempre nello stesso palazzo che fin dagli anni Settanta ospita il punto vendita aziendale. L’apertura, dopo due giorni di chiusura per consentire i lavori di trasloco, è prevista per questa mattina, senza cerimonie: alle 8 si alzerà la serranda e si comincerà a lavorare come di consueto.
«Lo spostamento risponde ad un’esigenza di adeguamento degli spazi per questioni normative e quindi abbiamo colto l’occasione anche per ingrandirci un pò, soprattutto nella parte di deposito perché d’inverno, quando la richiesta è molto alta, oggettivamente facevamo fatica a soddisfare le esigenze di magazzino – spiega Antonio Croce, che con i fratelli Enrico, Maria Luisa e Elena porta avanti l’azienda di famiglia -. E con questa operazione andiamo anche a rinnovare l’immagine dell’azienda».
Il nuovo negozio presenta due banchi per l’attività al cliente, nuovi servizi, e un retro-magazzino più ampio di quello vecchio. «Ma non cambia nulla nel servizio al cliente, e anche la filosofia rimane sempre quella: la vendita al dettaglio di via Battisti ha sempre funzionato», spiega Antonio Croce.
Uno spaccio “locale” solo per dire: qui vengono in tanti da tutto il Lodigiano a comprare al dettaglio, ma spesso ristoratori di tutte le parti d’Italia, magari di passaggio nella zona, si fermano per acquistare una forma di zola. L’ultimo caso è proprio di ieri, con un ristoratore di Ancona che voleva fare tappa allo spaccio casalino.
«Lavoriamo in tutta Italia, in tutto il Nord e il Centro, soprattutto fino al Lazio – racconta Antonio Croce -. Oggi i consumatori chiedono meno muffa verde, che però è il segreto del sapore. E noi continuiamo con la nostra impostazione artigianale e famigliare, guardando prima di tutto alla qualità del prodotto. Il Panna verde Dop dolce va per la maggiore ancora oggi, e in effetti rappresenta almeno il 90 per cento della produzione, il Malghese più saporito è invece meno cercato. I riscontri che abbiamo però sono sempre ottimi»